Le ceramiche di Civita Castellana: con Buongiorno Ceramica alla scoperta di un’eccellenza del Lazio

Colori, sabbia e argilla, fatica e fantasia: così nascono le ceramiche di Civita Castellana, un arte con una lunga tradizione alle spalle che abbiamo avuto modo di scoprire grazie a Buongiorno Ceramica.

Cos’è Buongiorno Ceramica?

Buongiorno Ceramica è una manifestazione promossa da AICC – Associazione Italiana Città della Ceramica, nata con l’obiettivo di tutelare e valorizzare la ceramica artistica e artigianale italiana, che si svolge ogni anno il primo weekend di giugno (quest’anno alla terza edizione) e raccoglie oltre 300 eventi in 36 comuni in tutte le regioni d’Italia. In questi tre giorni nei comuni aderenti sono previste aperture straordinarie di botteghe ceramiche, musei, studi e atelier, visite guidate, mostre, forni, laboratori e attività per grandi e bambini.

Noi siamo andati, grazie all’Associazione Italiana Travel Blogger, a Civita Castellana, città ceramica del Lazio, per scoprire quest’arte qui conosciuta e curata fin dai tempi più antichi.

Le ceramiche di Civita Castellana, ingresso Via del Tiratore

Le ceramiche di Civita Castellana: tradizione, storia e arte

L’arte della ceramica a Civita Castellana – nata grazie alla costituzione della terra in questa zona, fatta di tufo litoide, puzzolana e lave prodotte dai vulcani spenti dei monti Sabatini e Cimini, argille plastiche e ossido di ferro – è conosciuta e in qualche modo tramandata da molti secoli: i primi ritrovamenti di oggetti in ceramica appartengono infatti al popolo dei Falisci (abitanti di Falerii, l’antico nome di Civita Castellana, fondata da Aleso, figlio di Agamennone e Briseide), un popolo scomparso nel 241 a. C. sotto la dominazione romana (alla quale sopperirono dopo decenni di guerra).
La storia della ceramica civitonica ha visto alti e bassi, ha rischiato l’estinzione prima di avere un vero e proprio boom. Si è modificata col tempo, ispirata ad altre arti ceramiche (quella attica prima, di Deruta poi). Nel XVI secolo nacque in città la “Corporazione dei Vascellari”, una corporazione importante e numerosa a cui si associarono gli artigiani della argilla.
Verso la fine del 1700 con il Volpato l’arte ceramica raggiunse la perfezione, grazie al permesso per scavare la terra locale ottenuto dal Vaticano, tanto che l’artista venne premiato da Napoleone in persona. Proprio all’epoca di Napoleone venne inventato in Inghilterra il gabinetto, che oggi rappresenta una delle produzioni più famose e pregiate di Civita Castellana (anche il film “Al posto tuo” con Luca Argentero parla proprio di una famiglia di Civita Castellana proprietaria di una fabbrica di gabinetti).

Le ceramiche di Civita Castellana, il gabinetto

 

Oggi le fabbriche di ceramica nel territorio di Civita Castellana sono ancora molte, così come le colorate botteghe artigianali, con i maestri sempre pronti a raccontare con amore la loro arte. Entrambe le produzioni si distinguono da quelle di altri luoghi: la prima riguarda per un processo molto accurato che parte da un impasto di argilla bianca, un materiale molto poroso che, dopo essere stato modellato, viene cotto a 980 gradi, decorato e nuovamente messo in forno per una seconda cottura per far fissare il colore; la seconda per lo stile e la decorazione di piastrelle, vasi, lampade, stoviglie e altri oggetti di uso quotidiano su cui vengono riprodotti fiori, piante, frutta, paesaggi… oppure a imitazione dei vasi etruschi.
La ceramica ha permesso a Civita Castellana anche di sopravvivere alla brutta crisi economica più recente (non per niente è uno dei più importanti centri di ceramica industriale)… una vera e propria ancora di salvezza che affonda le radici nella storia più antica del territorio.
Una città e un’arte che ci hanno sorpreso: una storia più antica di Roma per la città, una storia altalenante tra periodi di crisi e di fioritura per la ceramica. Ogni oggetto racconta qualcosa, si porta dietro ore o mesi di lavoro… e scoprirlo è un’esperienza che arricchisce davvero.
A Civita potrete vivere la ceramica grazie al lavoro dei ragazzi della Cooperativa Social “Il Pungiglione” – una cooperativa che vuole riconoscere pari dignità e diritti a tutti – al museo della ceramica, alla mostra al Forte Sangallo e al lavoro degli artigiani nelle loro botteghe.
Pensate che qui gli artigiani sono talmente bravi a riprodurre le opere antiche che devono accompagnare i loro lavori ad un certificato di “non autenticità”.

Cosa vedere a Civita Castellana

Civita Castellana si trova tra la Via Amerina e le gole della Valle del Treja: un paesaggio che nei secolì ispirò moltissimi pittori e che ancora oggi delizia il viaggiatore con l’incanto della natura che circonda il caratteristico borgo medievale affacciato su un dirupo tufaceo.
È un territorio ricco di zone archeologiche, di paesaggi naturali unici, di tradizioni, di arte e cultura. Non le manca davvero niente, sa accontentare tutti.
Io ho amato la vista sul monte Soratte, i vicoli del centro storico, la ceramica che decora anche la città stessa…

Il borgo di Civita Castellana

 

Il tour della città può iniziare da Forte Sangallo, un edificio che avea scopo difensivo, disegnato da Antonio da Sangallo il Vecchio, voluto da Alessandro Borgia (papa Alessandro VI) e terminato sotto Papa Giulio II. Fu usata dapprima come dimora papale (Civita Castellana infatti per decenni si è contesa il titolo di “città dei papi” con Viterbo), poi come carcere nel XIX secolo e ora è sede del Museo Archeologico di Civita Castellana (o dell’Agro Falisco), che ospita un’esposizione permanente dedicata alla civiltà falisca.
Proprio di fronte al Forte inizia Via del Tiratore, una via panoramica che porta al centro storico e regala splendide viste sul Monte Soratte e sugli scavi archeologici dell’Orto di Miretto.
Alla fine della via la prima cosa da vedere nel centro storico è il Duomo di Santa Maria, una chiesa, sede della diocesi di Civita Castellana, costruita con un doppio stile: barocco e romanico. Il doppio stile è dovuto al fatto che la basilica fu costruita tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200, ma poi restaurata competamente nel 1700. La chiesa è davvero molto bella e molto particolare: a renderla tale sono le opere e le decorazioni dei Cosmati (come il pavimento) una famiglia di marmorari romani. Inoltre questo duomo nasconde una chicca: l’organo tutt’ora presente in chiesa venne suonato nel 1770, durante una messa domenicale, da Wolfgang Amadeus Mozart, che soggiornava a Civita Castellana.

Cosa vedere a Civita Castellana, il Duomo di Santa Matia

Proseguendo nel centro storico un altro edificio interessante è quello del Palazzo Comunale, dalla facciata in stile spagnoleggiante che si trova proprio di fronte la Fontana dei Draghi, così chiamata perché l’acqua sgorga dalle bocche di quattro draghi.
Girovagando per il borgo una cosa da non perdere sono le botteghe artigianali dedicate alla ceramica, come quella del maestro ceramista Mastro Cencio, e se siete davvero interessati al mondo dell’arte ceramica un’altra tappa da non perdere è il Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni”, che racconta le tappe fondamentali della storia della ceramica a Civita Castellana, oltre ad esporre le opere dei maggiori artisti civitonici.

Dove mangiare a Civita Castellana

Per un’ottima sosta pranzo mentre girovagate per Civita Castellana, vi consiglio il Ristorante Beccofino in Via delle Palme.
Lo chef, Sergio Brunelli, è un ragazzo pieno di passione per la cucina (e per i vini) e per l’arte. Entrambe queste passioni si ritrovano in tutto nel suo ristorante: dai piatti della tradizione rivisitati e presentati in maniera artistica, all’arredamento, all’atmosfera. Tutti i particolari sono curati, sia nell’ambiente che nei piatti, soddisfazione per la vista e per il palato. Assolutamente da provare i dolci!

Mangiare a Civita Castellana, Ristorante Beccofino

Una città defilata rispetto a quelle più “famose” del Lazio (che devono sempre e comunque sopportare il fatto di vivere all’ombra di Roma), che merita di emergere per far conoscere al mondo tutte le sue peculiarità.

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