Cinque foto di Varsavia

Per la rubrica “in 5 foto” ora tocca a Varsavia.
Dopo avervi raccontato cosa vedere a Varsavia, ora proverò a raccontarvela in cinque dettagli.
Come ho già detto Varsavia è una città che mi ha colpito e mi è rimasta impressa. È stata tutto ciò che non mi aspettavo, forse perché non mi aspettavo molto… e invece è veramente tanto.
Piccola, visitabile per bene in 4 giorni pieni, è una città rinata dalle ceneri, fiera ed elegante.

Ecco cinque foto di Varsavia per raccontarvi cinque sue curiosità.

5 foto di Varsavia, Milite Ignoto

Anche la Polonia ha il suo Milite Ignoto e si trova nella Piazza Jozef Pilsudzki di Varsavia, nell’edificio commemorativo dedicato ai soldati che hanno combattuto per l’indipendenza polacca, ricavato dai tre archi centrali superstiti dell’ex Palazzo Sassone, distrutto durante la seconda Guerra Mondiale.
La tomba fu costruita nel 1925 e il 2 Novembre dello stesso anno vi furono portati i corpi di alcuni soldati non identificati. Fu distrutta durante la guerra e poi ricostruita nel 1946, riempita con la terra di 24 campi di battaglia polacchi e accompagnata dalla fiamma eterna. È costantemente sorvegliata dai soldati della Guardia d’Onore e nei giorni festivi al cambio della guardia assistono anche le più alte autorità polacche.

V5 foto di Varsavia, la sirenetta

Una leggenda racconta che molto tempo fa vivevano in mare due sirene sorelle che amavano nuotare dalla loro casa negli abissi fino alle sponde del Mar Baltico. Una delle due alla fine decise di allontanarsi nuotando verso lo stretto di Danimarca e oggi la si vede ancora seduta su uno scoglio all’ingresso del porto di Copenhagen.
L’altra invece nuotò fino alla città costiera di Danzica e da lì risalì il fiume Vistola. Ai piedi di quella che oggi è la Città Vecchia di Varsavia la sirena uscì dall’acqua per riposarsi e il posto le piacque così tanto che decise di restare a vivere lì, ma iniziò ad infastidire i pescatori che vivevano nella zona dato che quando pescavano la sirena agitava le acque del fiume aggrovigliando le reti e liberando i pesci che vi si erano impigliati. I pescatori allora decisero di dare la caccia al colpevole, ma la sirena fece sentire loro il suo canto e i pescatori se ne innamorarono, rinunciando a cacciarla. Da quel momento la sirena ogni sera intratteneva i pescatori con le sue meravigliose canzoni, finché un giorno un ricco mercante che passeggiava lungo la riva del fiume la notò, pensando che se l’avesse catturata avrebbe potuto guadagnare molto denaro esibendola alle fiere. Con un trucco il mercante riuscì a catturarla quasi subito e la rinchiuse in una baracca di legno senza accesso all’acqua. I pianti della bella creatura arrivarono a un giovane bracciante, figlio di un pescatore, che con l’aiuto di un amico una notte riuscì a liberarla. La sirena, riconoscente, promise che se mai fossero stati in pericolo lei sarebbe tornata per proteggerli. Per questo motivo oggi la si vede armata di spada e scudo, pronta a difendere la città.

5 foto di Varsavia, street art

Come in quasi tutte le città europee, anche a Varsavia la street art sta conquistando le strade e gli occhi dei viaggiatori.
I murales si trovano in moltissime zone della città, in particolare a Tamka (dove hanno colorato i muri con disegni dedicati a Chopin) e nel Ghetto.
I muri dipinti nel ghetto hanno tutti un significato ben preciso, rappresentano personaggi e momenti importanti della storia degli ebrei polacchi. Ce n’è perfino uno dedicato a Ludwig Zamenhof, il medico ebreo polacco inventore dell’esperanto (una lingua nata dal miscuglio di tutte le lingue che lui conosceva, con l’intento di unire i popoli nella pace facendoli parlare una sola lingua universale).
C’è anche un Free Walking Tour dedicato interamente alla Street Art!

5 foto di Varsavia, ghetto

Con questa foto restiamo nel Ghetto, tuffandoci in una delle tante storie degli ebrei, la storia che mi ha colpito più di tutte.
Nel ghetto di Varsavia c’è una piccolissima collinetta verde che si trova in un punto anonimo, segnato solo da una piramide di pietra grigia con tante parole incise e tanti sassolini posati sopra.
Racconta la storia della Rivolta del Ghetto di Varsavia, avvenuta tra il 19 aprile e il 16 maggio 1943. Racconta, in particolare, la storia di una delle tante case in cui gli ebrei vivevano stipati. Una casa in cui si ritrovarono in trappola alcuni ebrei, assediati dai nazisti. Rinchiusi in quella casa senza più armi, senza difese, dovevano scegliere se combattere fino all’ultimo, senza possibilità di vittoria, o se restare serrati fino a quando i nazisti non fossero riusciti a sfondare le porte e sterminarli.
Pur di non morire uccisi dai nazisti, scelsero una terza via: quella del suicidio. Si uccisero tutti, uno dopo l’altro, e quando i nazisti aprirono trovarono solo tanti cadaveri. Corpi che seppellirono sotto le macerie di quella casa, sotto la terra, sotto quella collinetta verde segnalata da una pietra grigia.

A Varsavia esiste il Museo dei Neon, un museo dove la fotografa polacca Ilona Karwinksa raccoglie tutti i neon e le insegne della Polonia degli anni ’60 e ’70, la Polonia della Guerra Fredda, per non lasciar cadere nel dimenticatoio tutto il lavoro dei grafici e degli architetti polacchi dell’epoca.
Sono i neon dei tempi in cui il governo decise di sostituire le luci alle insegne e alla pubblicità classica, per rendere tutto più colorato e “luminoso”.
Ad oggi il museo raccoglie circa 50 insegne e 600 lettere.

4 comments

  1. Bell’articolo, racconta Varsavia in modo sintetico ma al tempo stesso interessante.
    Sono stato recentemente a Varsavia, non ci ero mai stato, devo dire che non è una città meravigliosa, anche perchè la maggior parte del centro è ricostruita dopo la guerra, ma devo dire che quello che mi ha colpito (non solo lì ma anche in altre città della Polonia) è l’estremo ordine e pulizia.

    1. Lo scopo degli articoli “5 foto di…” è proprio raccontare la città in 5 dettagli magari inusuali… un modo sintetico per catturare l’attenzione! Qui poi ne ho parlato in maniera più approfondita:
      https://www.itineraridicinemaedamerica.com/2016/01/22/cosa-vedere-a-varsavia/

      A me ha colpito proprio il fatto che sia stata ricostruita in modo così perfetto. Camminando per le strade del centro storico non diresti mai che in realtà risale al dopoguerra!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Itinerari di cinema e d'America ©Copyright 2014-2023. All rights reserved.
Close

Enjoy this blog? Please spread the word :)