La crisi d’astinenza da viaggio

E’ venerdì sera e mi ritrovo a casa.
Non che mi dispiaccia poi molto se poi mi trovo a fare una delle cose che più amo: scrivere qui.
In realtà non era programmato stavolta, questo è un post che nasce d’improvviso.
Sono a casa e penso alla mia voglia di partire… ormai è passato un mese dall’ultimo viaggio ed inizio a sentire tutti i sintomi della crisi d’astinenza.

Cercavo proprio questo su internet: una qualche spiegazione psicologica alla voglia di viaggiare.
Non una voglia qualsiasi, ma quella voglia che ti porta a non pensare ad altro, a farne una ragione di vita, a stare male quando manca.
Definirlo voglia forse è anche sbagliato: è più un bisogno, fisico e mentale.

Astinenza da viaggio e Voglia di viaggiare - Foresta umbra

Beh, il web non mi è stato di aiuto.
Nessuno parla di malattia del viaggio, o dell’astinenza da viaggio, se non in relazione a quei piccoli disturbi fisici che possono capitare qualche volta in viaggio.
Secondo me invece esiste eccome. Chiamatela malattia, chiamatela sindrome, chiamatela come volete. Ma c’è. E ti cambia la vita.

Il viaggio diventa un pensiero fisso, se ne ha bisogno come di respirare.
E lo cerchi ovunque: nei dialoghi con amici, colleghi e parenti; nei libri (sono la sola che in libreria si fionda nella sezione Turismo prima di ogni altra?); nelle canzoni; in tv quando l’accendi e il primo canale che cerchi è Discovery o Marco Polo; online quando inizi le giornate spulciando le offerte o i siti delle compagnie aeree…
E’ come avere costantemente la febbre a 38: qualsiasi cosa fai, lei è là. Non puoi farne a meno e non puoi mandarla via perchè non vuoi.
Ti piace, perchè ti da una nuova luce. Ti apre la mente, ti fa battere il cuore, ti fa emozionare, ti fa sentire vivo.
E delle cose che ti fanno sentire vivo, non puoi farne a meno. Diventano una droga quando la vita ti piace.

Astinenza da viaggio e Voglia di viaggiare - Cinque terre

Non è tutto rosa e fiori però.
Come in tutte le cose, c’è il suo lato buio. Forse anche più di uno, ma adesso sono qui per parlare di uno soltanto: la crisi d’astinenza.

Ci stai male, c’è poco da fare.
So che non è una cosa facile da concepire, ma è così. Ti manca, come ti manca il cibo quando hai fame.
Ti ritrovi a sospirare e guardare sempre più spesso fuori dalla finestra, col rischio che chi ti guarda inizi a pensare che stai andando in iperventilazione.
In maniera ossessiva inizi ad aprire tutti i siti nei tuoi segnalibri: tutti siti di viaggio, ovviamente. Neanche dovessi organizzare una gita per il ritrovo annuale dei Centri Anziani di Italia.
Guardi le immagini e sogni. Sogni e la crisi aumenta. La crisi aumenta e sogni. Un giro senza fine.

La cosa peggiore sono i sintomi mentali: ti senti come depresso.
Sei sempre con l’umore abbattuto, sembra che niente riesca ad accontentarti, sogni ad occhi aperti e aumenta la distrazione.
Io son già distratta di mio a livelli epici, figuratevi che tragedia nel periodo d’astinenza.
Aumenta anche il nervoso, sentendosi costantemente tesi. E tutto questo incide nel tuo quotidiano. Si spegne la voglia di fare le solite cose, diventa tutto più pesante. Fortuna che già solo pensare al viaggio rende tutto più leggero.
In fondo basta anche solo programmarlo un viaggio per sentirsi più felici, e tutto questo viene alleggerito dal pensiero della partenza.
Non passa, ma è meno pesante.
Così provi a resistere per un po’, ma alla fine devi andare. Anche una gita fuori porta diventa fondamentale per uscire da questo stato, la cui unica cura è partire.

Astinenza da viaggio e voglia di viaggiare - me a Bari
Quando arriva la cura, ti senti rinascere.
Torni a sentire il sangue scorrere nelle vene, a respirare come dopo essere stato sott’acqua.
Ti brillano di nuovo gli occhi, perfino la mente si accende, è come un’invasione di serotonina (l’ormone del buonumore).
Tutto il brutto passa e resta solo il bello. Perchè il viaggio ti svuota la mente, allargandola e riempiendola con pensieri nuovi, con nuove scoperte, a volte addirittura con un nuovo te stesso, più consapevole.
Ed a volte è solo questo ciò di cui si ha veramente bisogno.

I viaggi sono la fonte più grande di serotonina.

10 comments

  1. E’ una malattia, hai detto bene. A volte è come se diventassi matta, cerco in continuazione incastri di weekend e giorni di ferie per riuscire a scappare da qualche parte, che poi come dici tu è la gita fuori porta un’ancora di salvezza e, spesso, quella che regala le sorprese più belle ed inaspettate.
    Mi ritrovo perfettamente in queste tue parole… poteva essere altrimenti? 🙂
    Un abbraccio forte

    1. Non avevo dubbi la pensassi anche tu così <3
      Le gite fuori porta sono anche un'ottima scusa per vedere quei posti che altrimenti non vedremmo mai, perchè tanto "è qui vicino, ci vado quando voglio!"
      Invece l'importante è solo viaggiare 😀
      Basta, dichiariamola ufficialmente malattia e facciamoci aumentare i giorni di ferie per la salvaguardia psicologica!

    1. L’unica malattia dove sei giustificata se non resti a casa!
      Magari si potesse fare davvero… Saremmo tutti più felici 😀

  2. Quanto ti capisco!!! Io divento un po’cattiva e acidella, durante queste crisi. L’unico palliativo è iniziare a camminare e cercare angoli sconosciuti della mia città e dintorni, provare un ristorante nuovo, partecipare a qualche evento a cui non ero mai stata…insomma è la scoperta che mi appaga!

    1. Questa nella città non l’ho ancora provata… Mi hai dato una bella idea! Grazie! 😀

  3. E’il primo articolo che descrive perfettamente la mia di “malattia” e pensa come mi sento io che in astinenza sono da un anno x motivi economici e famigliari anziche’da un mese! La depressione in persona! Spero di riprovare presto le sensazioni che dici. Video e articoli di viaggio non bastano+ 🙁

    1. Ti capisco bene Simona… prova a sfogarti un po’ con gite fuori porta se puoi, sono uno splendido palliativo <3

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